di Enzo Barnabà
L’altro giorno mi trovavo a Genova dove ero andato a presentare presso un Circolo Culturale cittadino “Il Meglio Tempo. 1893, la rivolta dei Fasci nella Sicilia Interna”. Prima di iniziare, mi si avvicina una giovane signora che, dopo essersi presentata come l’architetto Valeria X, aggiunge:
– Io sono genovese, ma mia madre è di Enna e questo mi ha spinta a venire poiché il suo libro certamente parlerà di quanto è successo a fine Ottocento nella sua città.
– Certamente. Come si chiama sua mamma?
– Longo, Giusi Longo
– Un Franco Carmelo Longo è stato un personaggio di rilievo della vicenda che sto per narrare, magari era un suo antenato.
Durante la conferenza, non manco di soffermarmi su quanto i documenti d’archivio raccontano di Longo: “La Tenenza dei carabinieri lo annovera, assieme a Napoleone Colajanni, Giulio Marchese, Ernesto Fontanazza ed Eugenio Dibilio tra i dirigenti del nascente socialismo ennese. Viene, addirittura, definito “socialista pericoloso propagandatore”. Nel giugno del 1893, troviamo, infatti, il ‘noto Longo da Castrogiovanni’ a Valguarnera dove in un ‘fondaco’ fuori dell’abitato riunisce una trentina di operai invitandoli a costituire una sezione del Fascio dei Lavoratori. E così, probabilmente, in altri paesi della zona. Nell’ottobre dello stesso anno, non mancherà di essere presente all’inaugurazione del Fascio della sua città, cui tra operai e contadini, aderivano circa 2000 persone. Nella sede, ‘tra cartelloni socialisti ed i quadri di Marx, Mazzini, Garibaldi, spiccava pure il quadro del re al posto d’onore e un grande crocifisso’. Erano presenti i maggiori dirigenti del movimento, il catanese De Felice e il palermitano Bosco. Il primo era accompagnato dalla figlia Maria, ‘Una giovanetta quattordicenne straordinariamente animata dalla fede nel socialismo, che parla al popolo col fervore di una missionaria e che esercita sulle massa un vero fascino’. Finita la stagione dei Fasci, il “socialista pericoloso” diventerà un medico molto stimato; al punto che il comune, alla sua morte, gli dedicherà una strada cittadina. All’anagrafe risultava Francesco, ma per tutti era Franco: il dottor Franco Longo. Un diminutivo indissolubilmente legato al nostro personaggio, al punto che l’insegna che indica la via recita Francolongo. Un errore più formale che sostanziale”.
Ma qual è l’esatto rapporto di parentela tra la signora Giusi e il “medico dei poveri” Franco? La signora è nata ad Enna il 6 gennaio 1938. A 7 anni è rimasta orfana del papà, anche lui Franco Longo, commemorato all’interno del Duomo cittadino assieme al fratello Salvatore, morto come lui durante la seconda Guerra Mondiale. Chissà se qualche lettore è interessato a fare una piccola ricerca anagrafica, appagando la legittima curiosità dell’architetto genovese e della mamma ennese.