Non importa se proveniamo da luoghi diversi.
Siamo simili, e non solo perché abbiamo la stessa forma,
Desideriamo qualcuno con cui condividere un sentiero.
È difficile scegliere un percorso comune: innanzitutto si deve avere voglia di camminare. Poi tanto fiato e scarpe robuste.
Guardare da lontano la montagna. Per adesso è solo panorama. La cima sembra a portata di mano. Sorridere per quanto sembra facile. Incamminarsi.
Avere la forza di sopportare i momenti di stanchezza, quando ogni salita sembra l’Himalaya e ogni torrente l’Oceano. Riposare insieme, riprendere fiato, rifare il nodo agli scarponi.
Poi di nuovo in cammino, forti della prima esperienza ma ancora inesperti. Marcare la polvere, passo dopo passo, gli occhi bassi, misurando la fatica.
Studiare gli occhi del compagno di strada. Sorridergli, dargli coraggio, farsi coraggio. Cercare altri occhi dai quali trarre coraggio.
Il passo della scalata è sempre quello del più lento. Non si lascia indietro nessuno: si sale insieme, si soffre insieme, si deve arrivare insieme.
Riposare, ogni tanto. Recuperare forze. Chiedersi se non si è preteso troppo da sé stessi.
Guardarsi alle spalle e scoprire quanto cammino si è percorso. Adesso il panorama è il luogo dal quale ci si è allontanati.
Voltarsi verso la cima. Sei rimasto in coda. Vedi i tuoi compagni di strada di spalle, incolonnati, tutti diretti verso lo stesso traguardo. Non riesci a distinguerli l’uno dall’altro.
Aumenti il passo, non devi rimanere indietro. Loro rallentano. T’aspettano.
Manca poco alla vetta.
Non importa se proveniamo da luoghi diversi
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