di Mauro Mirci
Una mamma scrive una lettera aperta a Lorenzo Cherubini, che una volta si chiamava solo Jovanotti, ma poi non so cos’è successo, ha cambiato nome. Scrive la povera madre: “C’è una intera generazione di giovani donne che, da anni, crede ciecamente a quanto scrivi nelle tue canzoni… da tutta la vita apre la finestra con la speranza di trovare una trave appesa al cielo con seduto sopra un ragazzo che canta loro una serenata… E’ necessario che tu, caro Jovanotti, pubblichi una lettera aperta nella quale dichiari sotto giuramento che hai dei difetti… che l’uomo perfetto non esiste… perché la perfezione è solo una grande noia.”
Bene povera madre, nell’attesa che il signor Cherubini ti scriva (e ricordandoti che il signor Cherubini è ormai un cinquantenne che, per questioni anagrafiche, non è il caso di portare a tua figlia come esempio di uomo perfetto: l’età e le esperienze di vita, così come gli errori commessi, hanno la loro importanza), ti do una mano: suggerisci a tua figlia che il signor Cherubini inizia a proporsi al pubblico più di tre decenni fa (anni ’80, c’era ancora l’URSS). Soprattutto, mostrale che, quando “l’uomo perfetto” aveva l’età della tua erede, si proponeva così: [clicca sul link]
No, giusto per dire che col tempo si cambia sempre e, talvolta, si può anche migliorare. Quindi, in linea ampiamente teorica (ma non voglio scavalcarti nel tuo ruolo di madre, vedi tu), potrebbe pure concedere un po’ di fiducia a qualche coetaneo “dirimpettaio in mutande che si gratta il sedere mentre si fa il caffè”. Magari è, o diventerà, meglio di quel che sembra adesso.
E poi, per dire la verità, non credo esista uomo al mondo che, almeno una volta, soprappensiero, non si sia grattato il sedere mentre faceva il caffé.