Le cinque giornate dei forconi, con il blocco degli snodi autostradali e la paralisi fisica e cognitiva della Sicilia, forse sono state l’inizio di una stagione di proteste e disordini, o forse finiranno nel nulla. Ma se dare sfoggio di virtù profetiche è spesso esercizio ozioso, mentre le ore passavano, le notizie latitavano e la benzina finiva, noi plebei-chic inoccupati e figli di papà siamo stati costretti a passeggiare e a esercitare l’arte del pensiero in una forma diversa del solito “vaffa” contro un suv scelto a caso.
A quanto pare, per lo meno dalle mie parti, esistono una protesta di destra e una protesta di sinistra che fanno a testate. E se durante le cinque giornate siracusane si sono visti i cartelloni “Contro il malgoverno Monti”, nessuno ha mai letto o sentito slogan “Contro il malgoverno Berlusconi” durante il regno incontrastato del partito delle libertà. Due squadre irriducibili non parlano tra di loro: gli intellettuali salottieri guardano con sospetto i padroncini e lavoratori plebei, rei di aver creduto per vent’anni alle parole del ringmaster.