E’ tutt’un esplodere di epifanie che si compie nello spazio del preverbale onirico, e il filo narrativo si immerge nell’abisso, senza per questo mai venire meno. Storie. Ambienti. Suggestione. Luci. Oscurità. Vibrazione. Cose
E’ un brano tratto dal post di Jacopo Nacci, su Yattaran, “Qualche libro del 2011”. Il libro di cui scrive è “L’ora migliore e altri racconti” di Simone Ghelli. Simone Ghelli è, peraltro, il vincitore del concorso letterario “Il racconto più brutto”, il che testimonia il talento dell’artista e invoglia il lettore curioso a procurarsi il volume, magari comprarlo, se può, ma diciamo procurarsi, per mantener vivo un ventaglio di possibilità. Se qualcuno nutrisse dubbi sull’accostamento tra talento e vittoria in un concorso per racconti brutti, lo invito a impegnarsi nella scrittura di un racconto volutamente brutto. Mi saprà dire (ché il racconto brutto d’autore non è opera semplice, poiché la perizia necessaria nella produzione di qualcosa che sia men che mediocre, men che scadente, men che inaccettabile, è tanta. Si dirà che di cattivi scrittori è pieno il mondo e costoro non possono che dare alla luce orribili scritti. Vero è, ma vero è pure che detta categoria, di solito incapace di autocritica, ritiene belle le proprie prose e mai le iscriverebbe a un concorso di certi dichiarati intenti.)
Ritornando al post su Yattaran, in esso Nacci, oltre a dir bene del volume a firma Ghelli, spende qualche graziosa parola per altri libri che lo hanno favorevolmente impressionato. “La seconda Persona”, di un Demetrio Paolin capace “perlustrare l’interiorità in un modo che rende la sua scrittura completamente diversa da tutto ciò che si trova in giro”. “Pazzi scatenati”, libro-inchiesta di Federico Di Vita: “Un libro che semplicemente va letto”.
Infine, “L’impavida eroina eccetera”, di Mauro Mirci (mi veniva da scrivere: il mio): “racconti … senza fronzoli, senza trucchi, solo racconti, puliti, precisi, delicati, empatici”.
Ora: di Ghelli ho letto (non solo sul post di Nacci), cose lusighiere; di Paolin conosco e apprezzo la scrittura; non conosco De Vita, ma cercherò il libro perché trovo che un sottotitolo come “usi e abusi dell’editoria italiana” sia di grande appeal.
Cosa volevo dire? Ah, veder commentato il proprio libro insieme ai loro fa piacere. Son soddisfazioni, ecco.
Buon 2012
Ciao Mauro,
vedrò di procurarmi il tuo libro, perché del Nacci non posso che fidarmi 😉
Ciao Simone. Nacci, come dicono gli aziendalisti convinti, “è una risorsa” (non un bravo ragazzo, uno che s’impegna, un mezzo genio, un genio intero, uno che si fa un mazzo così. No. Una risorsa. E tocca accontentarsi)
Nacci è una rincorsa.
^^
Anche.