C’era stato un tempo in cui nonna Carmela aveva dedicato ogni attenzione alle riviste illustrate che parlavano della ritirata di Russia. Osservava le foto in bianco e nero per studiare i volti dei soldati. Fissava quelle facce smagrite, i corpi infagottati in coperte e cappotti sformati, il ghiaccio che cresceva sulle barbe e i baffi. — Poveretti — esclamava.
Una volta si convinse di avere riconosciuto nonno Michele, ma era impossibile perché l’uomo che indicava col dito sulla foto era di spalle. Faceva parte di una lunga colonna di figure scure, i tascapane mezzi vuoti, i muli carichi tirati per la cavezza. La colonna non aveva inizio e non aveva fine, tagliava in diagonale la foto e si perdeva nella pianura bianca e vuota, assottigliandosi via via per il gioco della prospettiva.
— È lui — gemette nonna Carmela con una mano sulla bocca. — Lui è: Michele.
Le figlie cercarono di convincerla che non era possibile. Quegli uomini di spalle erano tutti uguali. Non c’era modo di distinguere il supposto nonno Michele dai suoi compagni.
Nonna Carmela insistette che indossava il suo scialle. Era uno scialle di lana che lei stessa aveva lavorato, nero con una larga banda rossa lungo il bordo. S’era fatta insegnare l’uncinetto apposta da una cugina, perché le avevano detto che in Russia faceva freddo, e mentre imparava sferruzzava maglie irregolari visto che di tempo ce n’era poco prima che il marito partisse. La banda rossa dovette disfarla tre volte, poi accese un cero a Santa Barbara perché le avevano detto che era protettrice di tutti quelli che lavoravano con il fuoco e con le polveri e che facevano mestieri pericolosi. Quindi anche dei soldati. La banda rossa le riuscì e faceva una bellissima figura sullo scialle nero. Gliel’aveva consegnato lo stesso giorno che era partito, raccomandandosi di non farselo rubare.
— Lui è: Michele — insistette nonna Carmela davanti alla foto. Qualche nipote si provò a dirle che col bianco nero quello scialle poteva essere di qualsiasi colore. Anzi, vista la qualità della foto, poteva pure non essere uno scialle, ma anche una coperta, un mantello, un pezzo di telone da camion. E anche la banda chiara che si scorgeva, chi lo diceva che fosse rossa e non invece verde, gialla, o grigia o chissà come. Nonna Carmela soffriva di pressione alta. Ai nipoti vennero rivolti sguardi mezzo adirati e mezzo supplichevoli, taciti inviti a non insistere con le loro obiezioni. E loro, i nipoti, dichiararono che sì, magari si sbagliavano loro, che era possibile, certo, se poi la nonna era sicura doveva essere come diceva lei.
Nonna Carmela si strinse al petto la pagina con la foto e pianse tutta la sera, ma serenamente, senza impennate della minima e della massima. Il collasso fu scongiurato.
La foto
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anche nonna Grazia (la nonna di mamma) aveva perso il marito in Russia,mia madre racconta che lei da bambina la vedeva mettersi alla finestra…sperando magari di vederlo tornare.
io sono una specie di deficiente davanti al pc..non so come salvare il tuo blog che non vorrei veder sparire,non hai il tasto segui e quindi come faccio?Il mio blog si chiama”HO DEI PENSIERI CHE NON CONDIVIDO” su blogger.Se desideri vieni e fammi sapere come fare.grazie.