Questo sito ha dedicato, ieri, qualche riga alle traversie dei precari del pubblico impiego siciliano.
Nel frattempo la situazione si evolve, e qualcuno, protetto dall’anonimato, si diverte a gettare benzina sul fuoco inserendo commenti non proprio politically correct nel blog di Agostino Sella.
(“blog qualunquista, demagogico, goliardico, sensazionalista e un po’ lecchino” che conta molte più visite di paroledisicilia.it ed è diventato la principale fonte di informazione di Piazza Armerina).
Ma cosa hanno mai detto gli anonimi commentatori?
Commento anti-precari:
“Era ora che si faceva un po di pulizia .Via questi parassiti dal tessuto sociale.siamo stanchi di mantenere gente che non fa un c…o tutto il giorno e pretendono pure il posto sicuro Il comune può farne benissimo a meno ha già tanti impiegati di ruoloche possono benissimo sopperire alla mancanza di “queste figure “.
27 maggio, 2010 11:27
Commento pro-precari (ma anti-impiegati di ruolo):
“Per l’anonimo delle 11:27
Gli impiegati di ruolo, quando ci sono, non sanno neanche usare il PC. Il problema è anche loro. Se i precari vanno a casa ho i miei dubbi che loro si caricheranno il lavoro degli altri. Io da cittadino non starei tanto tranquillo perchè quando andrete a fare un certificato di nascita non troverete nessuno dietro lo sportello e allora sono pure cavoli vostri.
27 maggio, 2010 15:14
Altro commento anti-precari
“20 persone e una buona informatizzazione può risolvere per sempre il problema dei precari.
Con i soldi risparmiati si potrebbero fare, se necessari, concorsi pubblici per i giovani – quasi tutti titolati – perchè S’NNO S’ PONU LCCAR A SARDA P’ SEMPR E A MIA ‘NA M’ PAR ‘NA COSA GIUSTA.”
27 maggio, 2010 17:31
[traduzione dal piazzese: “Possono leccare la sarda per sempre, e mi pare una cosa giusta“]
Tanto per dire come alcuni (o uno, con gli anonimi non si sa mai) vivano la tragedia di molti come una personale rivalsa. Escludo, quale ragione delle parole scritte, l’amore per la città e il desiderio di efficienza nella pubblica amministrazione. Propendo più per motivazioni meno nobili, che non mi va nemmeno di elencare per non imbrattare lo schermo.
Dato il tenore dell’attacco, la risposta è stata a tono (non mancano gentiluomini nemmeno nell’altro schieramento)
“A colui che dice di fare pulizia , io gli rompereri il culo , perche come al solo leggere cosa ha scritto si intende che non ha capito un cazzo , non capisce che un suo compaesano rischia e rischiare significa che magari si mette in grossa dificolta’ una famiglia che si sostiene con quel € 800,00 mensili . poi sono convinto che colui che ha dato dei parassiti e’ magari uno che non paga mancu l’acqua , percio’ gli suggerisco di farsi i cazzi sua , perche’ di minghiate ne ha gia’ scritte troppe . forse lui non ha capito che se si dovrebbero fermare tutte queste persone , potrebbe, anzi sicuramente succede di tutto e di piu’ , in senso pericoloso per queste specie autorita’ politiche e non che sono buoni a chiedere e non dare mai.VERGOGNAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!
Poi per quando riguarda il comune , che si dice che puo’ farne a meno di questi parassiti , be’ non credo propio ! se siamo na merda a cusi’ pensa se levano altre persone dai servizi ai cittadini, sicuramente andremo oltre la gola ( di merda ) . per finire ancora un suggerimento a quel testa di cazzu , abbi un po’ di sensibilita’.”
27 maggio, 2010 21:50
Si leggono, ci mancherebbe, interventi più misurati.
“Evacuate Evacuate”
27 maggio, 2010 22:44
Messaggio comprensibile solo alla luce di quanto contenuto in un altro post e relativi commenti.
Per chiudere, un commento bipartisan, e sempre di un anonimo, giusto per chiarire che, se nella pubblica amministrazione una epidemia sterminasse la totalità dei lavoratori, non sarebbe poi un gran male.
“Diciamo che la percentuale è sempre quella. C’è il 30% di dipendenti comunali che non sa fare una beneamata mazza e il 30% di dipendenti comunali non di ruolo che non sa fare una beneamata mazza anch’esso. poi del 70 e 70% di questi un 20 e 20% non vuole fare una mazza beneamatissima, anche se magari ha altri lavori dove eccelle. Resta un 50 e 50. Questi ultimi o sanno fare qualcosa oppure hanno la buona volontà di cercare di fare qualcosa. I corsi di formazione sono riservati soltanto alle alte, altissime categorie. La differenza sostanziale tra i dipendenti di ruolo e i lavoratori precari e che questi ultimi , spesso, non vogliono prendersi alcuna responsabilità in virtù della loro posizione precaria, dimenticando che lo stipendio che percepiscono è contrattuale e coperto da contributi
27 maggio, 2010 21:27
Tutto quel tourbillon di percentuali mi fa girare la testa, ma la cosa che noto subito è che, per par condicio e correttezza, l’anonimo avrebbe dovuto specificare che anche tra i lavoratori di ruolo c’è chi non vuole assumersi responsabilità (non mettiamoci a dare altri numeri, per carità). Ma quello ha scritto e quello, testualmente, copincollo.
La cosa più curiosa… no, che curiosa, una cosa curiosa potrebbe essere pure divertente… Triste, ecco, triste mi sembra l’aggettivo più adeguato… Dicevo: la cosa più triste è che i commenti che ho rubato dal blog dell’Architettodidio sono solo una minima parte dei commenti, di pari tenore, che sento dalla viva voce di molti e non anonimi, che li hanno pronunciati (ovviamente in pubblico) senza vergognarsene.
Come dire: l’atmosfera è serena e distesa, l’interlocuzione aperta e civile, improntata alla massima apertura nei confronti delle ragioni altrui. Si attende con fiducia la guerra civile (o, almeno, un minimo di guerriglia urbana).
P.S. Dice: ma questo sito non si accontava di pubblicare raccontini e recensioni di libretti di poesia e narrativa?
Che rispondere? L’epigrafe sotto il titolo Paroledisicilia recita: “Cose dentro e intorno alla sicilia”. Direi che come motivo basta e avanza.
Dice: ma non si poteva continuare coi raccontini e le recensioni?
Be’, pazienza!
Eh, caro Mauro, primum vivere, deinde… si po fari.
E quello, il blog agostinosèllico della divina architettura, primum si occupa della vita delle questioni paesane che sittanto interessano da vicino tutti noi, e, deinde ma non più di tanto, di tutto ciò che, di ribùffito, sbummica in quel panorama “qualunquista, demagogico, goliardico, sensazionalista e un po’ lecchino”, che si avventura in tutti quegli agnoni di anonimi periodi ipotetici dell’incontinenza spettegolante nei quali ci è dolce naufragar, se conosciamo personalmente di persona i personaggi coinvolti.
E se adesso me tocca rileggermi per cercare di capire se quello che ho scritto possa avere un senso, concordo epperò sul fatto che questo clima di civile e serena discussione è “la morte sua”.
Si, noi, dipendenti pubblici e quindi di parte, non possiamo certo autogiudicarci, epperciò io, sull’argomento, mi astengo.
E mi astengo considerando.
E la considerazione è quella che i precari, in Sicilia sempre troppi, ben difficilmente possono ridursi di numero in un periodo di crisi e di alternative praticamente nulle.
Ma in periodi di vacche grasse (o quantomeno leggermente in carne) i nostri piccoli politici siciliani, eletti da noi e dai nostri piccoli e particolari interessi, pur se tenutari di una carta costituzionale di autonomia che non ha (aveva?!?) uguali al mondo, non hanno mai dato segni di buonsenso e lungimiranza.
Questo vuol dire che ogni popolo ha la classe politica che si merita?
E che il corpo dei dipendenti pubblici è, anch’esso, espressivu della decadenza del tempo?
Ma quello “o tempora, o mores”, non era sfiduciatìssimu già 2000 anni fa?
E allora, primum vivere, deinde…un si po’ fari cchiù!
Alla faccia di quel disgraziato di Garibaldi.
Cià|
Giovanni Piazza
Giovanni, eh!