Appunti della chiacchierata “Preannunzio di disastro”, tenuta all’UPTL il 12 maggio 2001. Testo rubato da Wikipedia e riorganizzato (nemmeno tanto bene) per stare appresso a un’idea di Mauro Mirci.
A Balaclava, in Crimea, il 25 ottobre 1854, erano di fronte gli eserciti di Gran Bretagna, Francia e Turchia, contro le truppe imperiali russe. Sebastopoli, sul Mar Nero, era assediata, e i russi decisero di tentare la rottura dell’accerchiamento, attaccando il campo britannico di Balaclava, importante base di rifornimento, e prendendo alle spalle le forze assedianti.
Fu una battaglia memorabile, alla lettera. Serbiamo ancora memoria, infatti, di due episodi in particolare. Due fasi della battaglia che sono rimasti indelebili nel ricordo degli studiosi di cose militari, ma anche degli amanti del cinema, della letteratura e, più banalmente, delle cose umane.
Uno degli episodi prese il nome di “la sottile linea rossa” (il 93° Reggimento di fucilieri Highlanders, in divisa rossa, schierato su due sole file, rimase saldo di fronte ad una carica della cavalleria russa ).
Il secondo episodio fu la carica della brigata leggera, meglio noto come Carica dei 600, quando la brigata leggera britannica, completamente circondata sui fianchi dalla fanteria e artiglieria russe, caricò frontalmente una forte postazione di artiglieria, venendo decimata
Fu eroismo? Incoscienza? Orgoglio?
Di sicuro, per il reggimento di cavalleria leggera fu un disastro. E forse avvenne tutto per sbaglio.
Avvenne che il comandante britannico, Lord Raglan, si accorse, dal suo posto di osservazione, che i Russi sulle alture Causeway stavano rimuovendo i cannoni navali posti nelle ridotte e catturati ai Turchi. Poiché le due divisioni di fanteria non erano ancora arrivate, le uniche truppe disponibili erano le due brigate di cavalleria.
Lord Raglan fece stilare dal brigadiere generale Airey il famoso ordine: “Lord Raglan desidera che la cavalleria avanzi rapidamente, segua il nemico e tenti di impedirgli di portare via i cannoni. L’artiglieria a cavallo (ippotrainata) può accompagnarla. La cavalleria francese è alla vostra sinistra. Eseguite subito”.
L’ordine venne affidato al capitano Louis Edward Nolan del 15° Hussars. Si fosse trattato di un altro ufficiale forse la successiva battaglia sarebbe stata meno eroica e meno memorabile. Le truppe russe, sulle alture di Causeway, erano più esposte, soggette a una possibile manovra a tenaglia, tra la brigata leggera da Nord, e la brigata di cavalleria pesante e il 93° Highlanders da Sud.
Attaccati, avrebbero dovuto, probabilmente, abbandonare i cannoni dei quali cercavano di impadronirsi, e ritirarsi.
Ma il comportamento del capitano degli Ussari Louis Edward Nolan cambiò ogni cosa e trasformò una facile e utile vittoria in una battaglia sanguinosa e inutile.
Egli lanciò il suo cavallo lungo i sentieri scoscesi che conducevano alla valle per consegnare l’ordine di Raglan al marchese di Lucan, comandante della divisione di cavalleria.
E lo consegnò.
Ma Lucan non comprese le disposizioni. Le ridotte sul suo fianco destro, infatti, non erano visibili dal punto in cui si trovava. Quindi chiese a Nolan a quali nemici e a quali cannoni si riferisse l’ordine.
I due si conoscevano. Il capitano Nolan era un bell’esemplare di ufficiale dell’Impero di sua Maestà Britannica; coraggioso e animoso, aduso a opporre il petto alle palle nemiche, sempre in prima linea, dove più alto è il rischio e maggiore l’onore. La più classica espressione dell’eroe romantico. Un bullo, insomma. Vivesse oggi sarebbe un Ultrà da stadio (e, non sarà un caso, calcio e hooligans li hanno inventati proprio in Gran Bretagna)
Lucan era un ufficiale di esperienza, non particolarmente brillante, magari, ma solidamente ancorato ai principi della disciplina militare, primo fra tutti quello dell’obbedienza. Secondo, a breve distanza, quello dell’onore. Mi azzardo a dire che fu poco brillante perché, di fronte a un ordine insensato – apparentemente insensato, come noi sappiamo, e lui no – avrebbe potuto chiedere una sua conferma. Non lo fece, né pensò di farlo. Chiese invece lumi a Nolan, semplice portaordini che nessun chiarimento aveva ricevuto in merito ma non vedeva l’ora di menare le mani.
E, per di più Nolan, uomo sanguigno ed eccellente cavaliere, nutriva un notorio disprezzo per Lucan. Eccitato per la situazione che non lasciava tempo, rispose con veemenza alzando il braccio in direzione dell’altra estremità della valle, a sinistra.
“Là c’è il vostro nemico. Là ci sono i vostri cannoni, my lord”.
In fondo alla valle si trovava una batteria di quattordici cannoni russi dietro cui si era raggruppata la cavalleria russa in precedenza respinta dalla carica della brigata pesante e dal 93° Highlander.
Questa risposta decretò il destino della Brigata Leggera.
Il marchese di Lucan irritato dalla risposta di Nolan ordinò al marchese di Cardigan di condurre alla carica la sua Brigata Leggera contro il fondo della valle: lui, Lucan, l’avrebbe seguito alla testa della Brigata Pesante. Dopo un breve alterco Cardigan, che si era reso conto della situazione tattica sfavorevole, ordinò alla sua brigata di montare in sella e la avviò al passo nella valle.
Dal suo posto di osservazione il comando britannico assistette inorridito all’avanzata del marchese di Cardigan che condusse i suoi 673 (secondo alcune fonti 661) cavalieri nella valle, in mezzo alla fanteria, artiglieria e cavalleria russa che li circondavano sui fianchi dei monti. La prima fila era formata dal 13° Light Dragoon (a destra) e dal 17° Lancers (a sinistra). In seconda linea cavalcava l’11° Hussars, in terza fila l’ 8° Hussars e il 4° Light Dragon. Il marchese di Lucan si mise al seguito con la brigata pesante ma si arrestò quando si rese conto dell’intensità distruttiva del fuoco russo che aveva incominciato a falcidiare i cavalleggeri, lasciando che questi caricassero da soli. Non si può dire che il disprezzo di Nolan fosse gratuito.
Forse il capitano Nolan si rese conto dell’errore. Si era unito ai ranghi del 17° Lancers, essendo amico dell’ufficiale che li comandava. D’improvviso cavalcò a briglie sciolte di fronte al marchese di Cardigan, piegando a destra ed ondeggiando la spada come ad invitare l’intera brigata a seguirlo. Urlò anche qualcosa all’indirizzo di Cardigan, chissà cosa. Però, da eroe romantico qual era, ottenne ciò che andava cercando. Si prese in petto le tanto agognate palle nemico, tra i primi a perire nell’assalto sconsiderato che lui stesso aveva provocato.
La Brigata Leggera passò al trotto e s’inoltrò nella valle. Questa era lunga circa 2 km ed al passo di trotto, per non stancare i cavalli in fase d’avvicinamento, la brigata leggera rimase sotto il fuoco dei russi sui fianchi della valle per diversi minuti, giungendo infine di fronte alla batteria che occupava la bocca della valle che prese d’infilata la brigata.
Si dice che i comandanti russi abbiano inizialmente creduto che i soldati britannici fossero ubriachi. Certo, la reputazione della cavalleria britannica crebbe notevolmente dopo la battaglia. Non si può dire lo stesso di quella dei suoi comandanti.
La brigata soffrì pesanti perdite: 118 morti, 127 feriti e 362 cavalli persi. Dopo essersi raggruppati solo 195 uomini erano ancora a cavallo. La futilità dell’azione e la sua audacia sconsiderata spinsero il Maresciallo di Francia Pierre Bosquet ad affermare:
« C’est magnifique, mais ce n’est pas la guerre »
« È stato magnifico, ma questa non è guerra »
La brigata leggera riuscì comunque a caricare e ingaggiare le forze russe in fondo alla valle e a forzarle a ritirarsi dalla batteria, il 13° Light Dragoons con lo squadrone destro del 17° Lancers caricò direttamente la batteria attaccando gli artiglieri, mentre lo squadrone sinistro del 17° Lancers caricò la cavalleria russa dietro di esso, infine l’11° Hussars caricò anch’esso la cavalleria respingendola fino all’acquedotto. Comunque la brigata leggera venne ben presto forzata a ritirarsi venendo attaccata durante il ritorno da elementi della cavalleria russa che emersero dai fianchi delle colline..
Nel frattempo la cavalleria coloniale francese, il 4° Chasseurs d’Afrique ruppe la linea russa sulle colline Fedyukhin e successivamente coprì i rimanenti elementi della brigata leggera mentre questi si ritirarono.
La valle venne successivamente soprannominata “Valle della Morte” dal poeta Tennyson, che compose il famoso poema The Charge of the Light Brigade.