Ecco, la lunga marcia verso il Mondiale sudafricano è iniziata. Il nostro cittì convoca un po’ d’esordienti, lascia a casa la gran parte dei campioni del mondo in carica e ripesca il vecchio Ringhio, barbuto e capellone, per gli amanti del calcio coi coglioni sotto.
A Montecarlo la grande Armata Azzurra incrocia i tacchetti con il Cameroun e i Leoni Indomabili, per onorare il soprannome, non si fanno domare. E per favorire l’immersione dei nostri nel clima mondiale li costringono allo zero a zero. Risultato diverso da quello della partita disputata nel giugno 1982 in Spagna (uno a uno, gol di Graziani e M’Bida), ma identica noia, con l’aggravante che un’amichevole noiosa non avrà mai l’appeal di una partita altrettanto noiosa, ma di un girone preliminare del Campionato del Mondo.
Insomma, complici immagini televisive di pessima qualità (nell’attesa del digitale terrestre, il segnale tradizionale RAI lascia a desiderare), e ventidue giocatori attenti a eseguire il compitino quotidiano (pressing, coperture, diagonali e tutto l’ambaradan tattico del caso), Italia-Cameroun del 3 marzo 2010 ha ottenuto il risultato di provocare crisi di sonno anche negli insonni cronici.
Il sottoscritto vorrebbe scriverne di più (male ma vorrebbe scriverne), però non può: s’è abbioccato al 10′ o giù di lì, risvegliandosi solo per assistere, all’inizio del secondo tempo, all’entrata in campo di un plotone di rincalzi. Sperava in Eto’o, ma all’interista, unica star di una squadra ritagliata nell’ebano e nel cemento armato, non riesce di celebrare l’eresia di un gol.
La ronfata è proseguita senza essere disturbata dai telecronisti, dei quali non saprei riferire le parole, sia perché dormivo, sia perché, onestamente, non ho idea di cosa possano essersi raccontati e aver raccontato, vista la noiosa noiosità della partita.
Il Mondiale inizia tra quattro mesi scarsi. Se continua così occorreranno scorte mondiali di caffé.
Ma va bene così: siamo i campioni del mondo. Forza Italia.
Oddio, cosa ho scritto!