8 risposte a Sizilianische Weltanschauungen

  1. l'asino d'oro dice:

    Il resoconto sembra paraculo, non tasta gli umori dei presenti, nè dice il senso o nonsense di questi incontri fatti in una provincia in cui la cultura è assopita o morente, mai vissuta come bisogno respiro, ma come presenza autocompiaciuta del proprio sorriso ed esserci.Te lo chiedo a te mauro mirci, di cui ho letto qlcs su N.I. trovandolo a pelle interessante, qual’è il senso di questi incontri, l’autopromozione o pubblicità,parliamo di noi dato che nessuno ne parla, o ?

  2. mauromirci dice:

    In tutta sincerità, non capisco il tono del commento. Il resoconto sembra paraculo? Be’, è un’opinione ma non la condivido. Personalmente sono convinto che il nonsense stia nel negare credibilità a iniziative di questo tipo, aprioristicamente e senza nemmeno avere assistito (e se avessi assistito sarebbe stato interessante discuterne a caldo e de visu, piuttosto che nei commenti di un blog). La cultura, dalle nostre parti, è assopita e morente proprio perché molti preferiscono il ruolo di censore delle iniziative altrui anziché farsi parte attiva e smuoverla, ‘sta benedetta cultura dormiente.Stiamo perdendo la memoria delle nostre origini, la televisione ci sta rincoglionendo, i libri si vendono se parlano di puttanate, ma stiamo ancora a discutere se una iniziativa (piccola) di presentazione, in un paese (di periferia della periferia), di un libro (a minuscola diffusione) ma che parla dei posti nostri con sensibilità nostra (perché scritto da un nstro conterraneo, con sensibilità molto vicina a quella di ognuno di noi) sia motivata solo da autopromozione o pubblicità, dal parlare di sé stessi in mancanza di altri cronisti.
    E no!, caro mio Asino D’Oro, il senso è un altro, molto diverso, e ho provato a spiegarlo nella risposta all’altro tuo commento.
    Ora, dato atto che la cultura delle nostre parti è “assopita o morente”, che facciamo, le impartiamo l’estrema unzione?

  3. antonella santarelli dice:

    Non sono abituata a rispondere ai maleducati, lo faccio per la cattiveria insita nel commento.
    Il tutto ha una spiegazione sociologica molto chiara, riassumibile nel provincialismo di chi vive nei propri ambiti ristretti e nutre solo sentimenti di inferiorità e negatività verso gli altri… essere liberi è una condizione dell’anima, purtroppo sempre più difficile da riscontrare.

  4. Chissà perché certi siciliani sono sempre disfattisti e pronti a sminuire tutto. In una terra devastata dalla sua classe politica e dall’ignavo elettorato che la mantiene, ogni iniziativa, seppur piccola, è utile, positiva e soprattutto è un segno di speranza. Ma soprattutto è il segno di un’altra Sicilia, quella che vorremmo.
    La cultura sarà anche assopita (e lo è) ma che per questo lasciamo perdere e ci assopiamo anche noi?
    Quest’atteggiamento da siciliota saccente è deprimente, fastidioso, stupido ed estremamente provinciale. È ciò che della Sicilia detesto.
    Mauro e l’iniziativa dell’articolo e la redattrice e lo scrittore e l’editore (che non conosco) sono ciò che della Sicilia amo. Gente attiva che semina, voci che gridano nel deserto, umanità che cammina sotto il sole.

  5. mauromirci dice:

    Francesco, visto ciò che mi hai raccontato tempo fa, so bene che quando parli di cultura assopita, parli con triste cognizione di causa.
    L’atteggiamento di diffidenza è una costante, e devo dire che comprendo anche una certa diffidenza, perché a una realtà assai prosaica, che forse richiederebbe prese di posizione più comprensibili nel linguaggio e nel tema, la gente di cultura oppone spesso temi distanti e linguaggi fumosi. Leggi per esempio, su Il primo amore, il post della Benedetti. Legittime preoccupazioni, per carità, ma destinate a turbinare in un ristretto salotto culturale [a questo indirizzo: http://www.ilprimoamore.com/testo_1708.html%5D. E sul blog di Mozzi un commentatore scrive: “l’attuale cosiddetto mercato dell’arte presuppone e richiede la totale assenza dell’arte medesima,dunque nulla da scoprire o analizzare – quanto al libro, quando se ne astragga l’oggettualità merceologica il problema non può porsi altrimenti che a parte subiecti – quest’ultimo è il lettore,nient’altro”. Interessante (magari un po’ scontato), nulla da dire, ma si potevano dire le stesse cose in maniera più trasparente. Roba da salotto insomma.

  6. antonella santarelli dice:

    Ringrazio Francesco Randazzo per le sue parole che mi fanno sentire un pò meno sola nelle mie convinzioni: il disfattismo, sebbene ancora imperante, è un malcostume dei padri che spero i giovanissimi gettino alle ortiche. Non si va da nessuna parte con la negatività verso gli altri.
    Scusami, mauro, ma noi di mediterraneoforpeace cosa abbiamo di salottiero?

  7. mauromirci dice:

    Di salottiero, Antonella? Niente, direi. Il fatto che comprenda il perché di una certa diffidenza da parte di chi non possiede gli strumenti per distinguere l’autocompiacimento da un atto d’amore (per il libro) non significa né che la condivida né che la ritenga motivata.

  8. antonella dice:

    chissà come, e per quale recondito motivo, mi è capitata sotto gli occhi questa vecchia conversazione. Alla luce di un anno di cambiamenti (per quello che ci riguarda, almeno), provo la grande soddisfazione di affermare che sei proprio un “asino”…
    Antonella

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