Paroledisicilia.it è fatto da
Mauro Mirci
Oltre alle cose apparse in rete (anche su questo sito), e in alcune antologie, Mauro Mirci ha pubblicato anche alcuni libri che, a suo giudizio, non son venuti tanto male.
In ogni modo egli fa appello all'indulgenza del lettore.
"Un figlio ripercorre le tappe della sua vita e del rapporto con la famiglia. Un padre morto cinquantenne, una madre che pretende attenzioni esclusive, invadente e amorevole allo stesso tempo, una teoria di zie e zii che compongono un universo familiare stravagante, ma anche opprimente, intenso e struggente. Le parole del figlio, pagina dopo pagina, dettano un diario disordinato, un racconto introspettivo e profondo, fatto di riflessioni e piccole avventure. Sullo sfondo, un male che erode, inarrestabile, ricordi e identità della madre.
C’erano sei re è un romanzo che sa essere ironico e divertente, ma anche scuotere nel profondo la sensibilità del lettore."
Destini, racconti fantastici e spaventosi disastri. Otto racconti in ambiguo equilibrio sul confine tra mainstream e fantastico e che rielaborano, in maniera perfidamente credibile, un immaginario anche troppo vicino alla realtà
Quale direzione avrebbero potuto prendere gli eventi se, nel 2011, lo spread non avesse affondato il governo del Presidente?
Un romanzo ironico e disincantato sul marcio e il malaffare dei cosiddetti “colletti bianchi”
Sette racconti
Qualche informazione sul libro
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sul sito dell'editore
Foto di Antonio Russello in casa Cervi
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Sono di un paesino dell’assonnata provincia ennese, incuriosita dall’evento, ma impossibilita a venire, volevo chiederti/le un commento, ma non autocelebrativo o autopromozionale, un commento sulla discussione e sul senso della stessa qui, in questa provincia dove la cultura e la socialità è stata delegata alle parrocchie e ai bar con gazzetta dello sport sul bancone.
Un commento non autocelebrativo o autopromozionale? Perché questa diffidenza?
In ogni modo, se ha senso discutere di letteratura nell’assonnata provincia ennese, lo ha proprio perché alcuni (Salvatore Giordano, per esempio, e sua moglie Antonella, così come altri, e non pochi) ritengono che di cultura si possa parlare tra simili e in momenti dedicati. E ovunque, anche in località che brillano per indolenza. Quanto certe iniziative influenzino la società nella quale viviamo non saprei dirlo, ma personalmente riterrei un atto di viltà tirarmi indietro e non farlo solo perché la moltitudine non parla di libri e non li legge nemmeno. A me i libri piace leggerli, toccarli, anche annusarli. L’ambizione è che questi momenti di socializzazione diventino anche occasioni per stuzzicare la curiosità e l’attenzione per i libri. Poi, non c’è nulla di male a frequentare il Bar dello Sport per parlare di pallone; allo stesso modo non c’è nulla di male riunirsi per parlare di libri. Anzi, con un po’ di tracotanza affermerei anche che, in generale (e con numerose eccezioni), un libro è più entusiasmante della Gazzetta (o del Corriere).
Ho risposto alla tua domanda?