E’ stato Natale. Ma il gestore di questo sito è incapace, come ogni Natale e ogni festa comandata, di postare in tempo utile un messaggio beneaugurale ai suoi pochi e affezionati lettori (perché i lettori di questo sito sono pochi e affezionati, shinystat parla chiaro). Per fortuna Giovanni Monasteri, il più grande cantore vivente di amori disarticolati e relazioni inconcludibili, mette on line “Il nostro Natale” e io glielo rubo. Buone Feste. ma.mi.
Il nostro Natale
Tu coi tuoi, io coi miei – a far bagordi
con gli amici spaiati, separati
vedovi e divorziati. L’ho annunciato
allegramente, amore, che tornavo
dal dolce esilio dell’amore, lieto
come non fossi più innamorato.
Però pensavo a te quando ho gettato
gli astici vivi nell’acqua bollente
(fischiavano, la pentola tremava).
A te infelice sequestrata spenta
che mestamente levavi il tuo calice
alla salute dei sequestratori.
Qui eravamo in dodici stasera,
forse venti o quaranta, e abbiam mangiato
per ottanta, per cento. Non mancavi
che tu, amore mio quasi tradito.
Nessun messaggio poi a mezzanotte,
nessun saluto. Mi dirai domani
che hai cucinato un gran cenone e tu
non hai toccato cibo, che non sei
andata a letto. Che hai sparecchiato,
porto i cappotti agli amici ubriachi
e gli ombrelli i cappelli e tanti auguri;
preso una camomilla, una tisana,
rimboccato all’infante le coperte
e poi tutta la notte, sospirando,
contemplato le stelle giù in giardino,
sotto la pioggia. C’era anche la luna,
e Giove, e la cometa – Poi verrà
santo Stefano, inesorabilmente,
e sarà, Inshallàh, dopodomani.
Due giorni, amore mio, per digerire
e io le frottole tue e tu le mie.
[Giovanni Monasteri gestisce un blog dove pubblica le sue poesie]