di Mauro Mirci
In una Sicilia archetipa, di provincia, assolata, accade qualcosa che archetipo e classico non è. E’ questo il succo del secondo romanzo di Cinzia Pierangelini, intitolato “A jatta”, la gatta, in omaggio al felino che lo percorre tutto per intero, e al quale è persino dedicata l’ultima battuta.
Una gatta (‘na jatta) sempre scambiata per un gatto, a simboleggiare l’ambiguità sessuale del/della protagonista principale della storia. Andrea lascia la Sicilia uomo e torna donna. Almeno nel fisico. In realtà donna lo è sempre stata, e i dolorosi interventi chirurgici che sanciscono il suo definitivo transito dalla condizione di maschio a quella di femmina, sembrano essere solo il necessario corollario a una serie di sofferenze molto meno evidenti e più intime. Il disagio nel vivere in un corpo che si sente estraneo, l’ostilità e il disprezzo negli occhi degli altri, la poca confidenza con il proprio nuovo essere.
Nel romanzo si fa cenno all’Andrea “prima” della trasformazione (principalmente mostrandone il contraddittorio con la nonna, Donna Ira, che non accetta le sue “stranezze”), mentre l’Andrea “dopo” domina la scena, proponendosi come figura coraggiosa e, in fin dei conti, luminosa, capace di mostrare una eccezionale “normalità” pur nella straordinarietà del suo cambiamento. L’Andrea “dopo” è donna, per nulla diversa dagli altri esseri che donne sono nate. E’ tutto merito della sensibilità dell’autrice se questo personaggio viene assimilato senza sforzi e senza pregiudizi, se ogni sua vicenda, ogni sua relazione appaiono plausibili e naturali.
“A jatta” è comunque più della storia di una trasformazione. E’ un romanzo rosa inusuale. Se la protagonista è, almeno per nascita, un protagonista, di lei non si innamora il classico bello da storia d’amore. Di Andrea, invece, s’invaghisce Alfredo, pensionato magari baby, ma lo stesso non più verdissimo. Alfredo vive da solo assieme a una gatta (a jatta del titolo) lasciatagli dalla defunta madre. Gatta che tutti affermano essere gatto (pur essendo, invece, effettivamente jatta), in un continuo parallelo con Andrea.
La trama, se si vuole, è abbastanza semplice: Alfredo incontra Andrea (anzi, si scontra con lei, causa un incidente d’automobile) e se ne innamora. L’amore è osteggiato un po’ dai suoi amici, molto da Giorgio, bello e brillante violoncellista globe trotter. Il lieto fine è di prammatica, ma la storia, nel suo complesso, è divertente e ben scritta, popolata di personaggi particolari e un po’ malinconici.
A jatta. Cinzia Pierangelini. Ed. GBM, Messina, 2008. Pp. 157, € 13,50. ISBN 9788875600228