Mauro Pettorruso: poesie

E’ un poeta giovanissimo, ma le sue peosie esprimono grande maturità.

Alcune poesie di Mauro Pettorruso

Dammi i tuoi occhi

Dammi i tuoi occhi

tenera creatura

ché io possa strapparti

il segreto tuo passato.

Non ladro o rapitore

ma antiquario appassionato

nel restauro di gioielli.

Nel baule inchiostrato,

solo

nel nonsenso di un libero andare

a capo,

come un fiore la tua storia

schiuderà la vita.

Al ritmo di un’anima

quel ritmo che vorrai,

padrona e schiava delle tue parole

e di un pensiero

troppo forte per esser trascurato,

sempre debole, troppo,

per sperare di domarsi.

MERIGGI ED EGO-MIRAGGI

Nel miraggio del disastro,

paracadutista nel vento.

Per questo sento.

Per questo forse vivo

strane e profonde

le incisioni di ogni istante.

Non paure ma spettri

di futuri in balìa del fato

di carezze materne

di meretrici sudori

di eterne incertezze.

Anche il vento mi mente

in balia di tutto,

in balìa di niente,

Tra il desto e il sopito

sono un flauto svestito,

dalla vita in cui danzo

Antropocene

Quel soffio che spegne

dal buio la luce

nell’attimo di eclisse

non sarà apocalisse.

Ma pioggia marginale,

un albero caduto al suolo

orizzontale, sasso che rotola,

gocce di caos giù nella clessidra.

Sguazzando in pozzanghere di fantasia

nell’orizzonte disadorno,

vuoi turbare un’allegria

con l’angoscia del ritorno?

Ugualmente rapido

ugualmente lento

tutto scorre

senza il mio tormento

senza il mio pensiero.

Non c’è ombra in agguato,

quel cristallo non mi sfiora.

Sasso che rotola,

qualche polvere si solleva

e, dall’aria alla clessidra,

ancora lacrime di caos.

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