Perché questa poesia di Kavafis? Non posso dirvelo. Il perché leggetelo su Mirkal. (ma.mi.)
ASPETTANDO I BARBARI
Che aspettiamo, raccolti nella piazza?
Oggi arrivano i barbari.
E perché mai tanta inerzia in Senato?
E perché i senatori siedono e non fanno leggi?
Oggi arrivano i barbari.
Che leggi devono fare i senatori?
Quando verranno le faranno i barbari.
Perché l’imperatore s’è levato
così per tempo e sta, solenne, solenne, in trono
alla portta maggiore incoronato?
Oggi arrivano i barbari.
L’imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. E anzo ha già disposto
l’offerta d’una pergamena. E là
gli ha scritto molti titoli ed epiteti.
Perché i nostri due consoli e i pretori
sono usciti stamani in toga rossa?
Perché i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con splendidi smeraldi luccicanti?
Perché brandire le preziose mazze
coi bei caselli tutti d’oro e d’argento?
Oggi arrivano i barbari,
e questo fa impressione ai barbari.
Perché i valenti oratori non vengono a snocciolare i loro discorsi, come sempre?
Oggi arrivano i barbari:
sdegnano la retorica e le arringhe
Perché d’un tratto questo smarrimento
ansioso? (I volti si son fatti serii)
Perché rapidamente le strade e le piazze
si svuotano , e ritornano tutti a casa perplessi?
S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti ai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.
E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione quella gente.
(Tratto da Poesie di Costantino Kavafis, Oscar Mondadori, Milano, 1961. A cura di Filippo Maria Pontani)