di Ugo Magnanti
Ugo Magnanti, poeta senza volto (almeno su Google) invia la silloge che segue. L’accompagna con un breve testo che, però, m’impone di leggere e dimenticare. Così ho fatto. Ho violato la promessa di non anteporre testo introduttivo. Spero mi perdonerà. (m.m.)
1
Se sull’orlo della gola fantastica
accudisco le labbra, e scelgo questa
testa disorientata, allora aggiungi
l’onda della mano: “alzati, balliamo”,
sì, sull’orlo della gola fantastica.
2
La febbre dell’insetto aereo sul naso
quasi universitario di un indiano
non è la stessa febbre dell’indiano:
si limita a bere di tanto in tanto,
lui, ma non mostra nessun interesse,
per il tipo di politica offerto
dalla televisione e dalla radio.
3
I bisonti erano perfetti: nella
riserva istintiva una cerimonia
d’addio completava l’oscurità.
Sotto la parete, dove solo ieri
c’era lo schermo, adesso c’è la sagoma
vana di mezzogiorno, spalancata
sul padrone, sull’inquilino astuto.
4
Oggi si sfiorisce col grattacielo,
che ci fa apprezzare l’alcol e il latte,
l’ospite indica la sua urgente spiaggia
come una nuova patria, o un’esistenza
più vera, che rivela il nome agli uomini,
circondati dalle abili apparenze.
5
Poco distante dal confine povero,
la stanza del malato appare al piano
superiore; si stenta ancora a credere
ai chilometri infuocati, rimpianti,
alla reclame fondata su una faccia.
6
Destino di un matrimonio, allusivo,
incominci dai polsi che si stringono
distrattamente, insinui i segni e i frutti
del temporale imminente dai vetri
dell’altopiano, a una temperatura,
è estate, che si avvicina ai quaranta.
7
Non si è vista la pala penetrare
poco avanti la sala esorbitante,
né il piccolo sasso può presentarsi
come un indizio importante, o la strada
infallibile del sud può legarsi
alle lunghe parole di un amico.
8
Osserveremo la moglie del ricco
venditore esprimere con la schiena
un carico di cose e di opinioni;
ma poi ci scuoterà un certo disordine
della chiesa, e avremo ancora la voglia
sacra di ingerire l’ostia a digiuno.
9
L’uomo si è fatto da solo, dal cane
spira un’aria familiare, la pianta
è germogliata, la forza del vento
riempie altre cose, ma non apre tutto;
ma non sempre si comprende il calore
di qualche giovane sorella, in giro
per la questua, su una macchina ignava.
10
Lasciate l’aula estenuata, nel senso
più aperto, e defluite in ordine raro
verso i campi da gioco; da oggi il clima
è scioccamente estivo, è declinato
il traffico, ma il silenzio si addice
alla colonna di fumo che appare
in lontananza, mentre a tutti sembra
logico riversarsi come il fiume,
senza più dubbi, nel golfo del Messico.