Soriga. Diavoli di Nuraiò

di Andrea Piras

Posto di diavoli Nuraiò.
Anime dannate che si stringono nelle loro condanne, a ballare su ballu tundu (il ballo tondo).
Diri-diri-diri-diri.
Ritmo che allevia la sventura ma non la può eliminare.
Finita la musica Nuraiò non esiste più. Cosa importerebbe, poi, ci fosse pure un puntino in una carta geografica?
Quello che rimane è rabbia, aspirazioni vinte che assomigliano brutalmente a quegli scheletri di ulivi che se ne stanno ritorti in mezzo alla campagna, piegati dalla forza del maestrale che, imperioso, porta il sale del mare.
Vi sarà pure capitato di visitare Nuraiò, d’altronde un’isola è pur sempre un’isola, e potete capire di cosa sto parlando. Abbiamo confini che si perdono nell’orizzonte, lì dove anche il sole finisce la sua corsa, ed il cielo sembra caderci addosso come un destino ineluttabile.

di Andrea Piras

Terra di splendenti civiltà il cui eco si è perso nella notte dei tempi. Terra di eresia. Terra che nemmeno i Romani riuscirono a dominare. Terra di barbari e sacerdoti senza dio.
I nostri Cunti non conoscono gesta di eroi, parlano semmai di fate che diventano streghe, uomini che si trasformano in Orchi e animali che gridano sventura.
Qui dove un tempo ci si finiva in esilio, condannati ad espiare le proprie colpe tra sassi e pecore, qui dove anche la bellezza è un calcio ben assestato appena sopra la bocca dello stomaco.
Terra maledetta, come le anime che porta nel ventre.
Quanta ne ho conosciuta di questa gente, il fuoco addosso, fatto divampare dall’alcol, la voglia di partire, scappare per poi naufragare nel dolce richiamo di casa. Quanto a lungo si può dubitare di essere uno di loro? Probabilmente nemmeno per un attimo, l’isola te la porti dentro, ti possiede, è inesorabile.
Viaggiando per le strade principali, d’altronde, è normale trovare dei cartelli indicanti il passaggio, come sulla Bologna-Firenze, leggi Toscana e sei in Toscana, leggi Emilia Romagna e sei in Emilia Romagna. Qualcuno di voi ha mai visto un cartello con su scritto Sardegna, o magari un cartello con la scritta “Sicilia” barrato di rosso?
Viene quasi da ridere a pensarci, ma senza confini è impossibile uscire ed improbabile rientrare.
Per chi volesse fare due passi per Nuraiò: www.nuraio.it

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Una risposta a Soriga. Diavoli di Nuraiò

  1. fiffola dice:

    ciao!
    io sto leggendo l’amore a Londra e in altri luoghi. E’ il primo suo libro che leggo e devo dire che sono rimasta stupita, la sua scrittura è canzone come già premetteva lella costa…una scoperta deliziosa!

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