di Girolamo Grammatico
Il cielo era bianco, per quanto era grigio”, si apre così il secondo libro di Fabrizio Pizzuto, con un incipit destabilizzante come di consueto ama donare l’autore ai suoi lettori, già abituati alla sua scrittura chirurgica e sottile.
Il testo, delirante, intreccia visioni dal taglio cinematografico ad una trama che potremmo definire ipertestuale. I richiami, infatti, vivono il dinamismo dell’allucinazione legandosi a situazioni apparentemente scollegate senza mai perdere di vista l’interezza del racconto.
Ricco di citazioni, il testo non lascia spazio all’aggressività dell’estremo, che connota, comunque, certe pagine, ma rimane, costantemente, delicato e malinconico, quasi a trovare nel delirio il negativo della turbolenza: aree sospese tra la calma e l’esplosione. Così il cut up caro al nostro scrittore non si riduce a tecnicismo, ma supera il contenuto rimediando l’arte stessa.
“Esausto spengo il computer, sono distrutto, respiro a fatica, ansimo, allontano la sedia bianca dal tavolo, spengo lo stereo.
Adesso sto guardando fuori dal balcone.
adesso c’è lei accanto a me, entrambi stiamo guardando fuori dal balcone.
Vi dirò che non era semplice.”
In questi momenti privi di strutture di riferimento tanto care a certa letteratura, Fabrizio Pizzuto esalta, con sapienza, il potere immaginifico della scrittura lasciando al lettore tutto lo spazio necessario a costruire le scene leggermente delineate dalle parole, ma nettamente definite dal loro potere simbolico.
“Edgar Allan Poe era ubriaco” può benissimo ascriversi a quella categoria di testi sperimentali poco inseribili nelle etichette dell’editoria attuale. Motivo per cui il libro non è adatto ad ogni tipo di lettore, ma si limita a colpire solo chi dall’arte si lascia affascinare e travolgere.
E’ disponibile, attualmente, solo su Parole di Sicilia, l’ultima fatica letteraria di Fabrizio Pizzuto: Ralph.
Edgar Allan Poe era ubriaco, di Fabrizio Pizzuto. Prospettivaeditrice, Civitavecchia. ISBN 88-7418-217-1, 7 euro, Pagg.141.